I Volti Nuovi del Gruppo, Tomas Trainini: “Orgoglioso di essere il più giovane in italiano in gruppo. Sogno la Sanremo e mi ispiro a Sonny Colbrelli”
La nostra rubrica dei Volti Nuovi del Gruppo prosegue quest’oggi con Tomas Trainini. Classe 2001, passato professionista quest’anno con la maglia della Bardiani, il bresciano sarà quest’anno il corridore più giovane in gruppo. La formazione dei Reverberi sembra credere molto in questo giovane corridore e, dopo avergli fatto firmare un contratto triennale, l’ha fatto già esordire con tre corse in Turchia e una in Croazia, dandogli anche l’opportunità di disputare qualche volata. Il diciannovenne ha così cominciato a testarsi per la prima volta nel mondo dei professionisti, mettendosi alle spalle quello delle categorie giovanili.
La prima domanda che facciamo a tutti in questa rubrica è quella di descriversi ai nostri lettori. Che corridore sei?
Sono un corridore veloce che tiene un po’ anche sugli strappi in salita, poi per il resto diciamo che cerco di difendermi su tutti i terreni, ma principalmente questo
Com’è stato il primo impatto con il professionismo, visto che hai già fatto qualche corsa?
Siamo in Croazia, ho fatto una corsa ieri, ce n’è una domenica. Non ho ancora fatto corse con il World Tour, ma l’approccio è stato buono, perché abbiamo iniziato in Turchia e siamo già a 4 corse in totale adesso e domenica sarà la quinta.
Che differenze vedi come gruppo ecome allenamenti tra professionismo e categorie under?
Sicuramente le ore in bici, e poi gli allenamenti sono tutt’altra cosa rispetto a quelli precedenti.
Passi professionista molto giovane, più di molti altri colleghi, la vedi come una possibilità? Ti senti pronto per essere professionista facendo un anno in meno da under rispetto a tanti altri colleghi?
Diciamo che già l’anno scorso ho fatto una gara e mezza e all’inizio non mi sentivo pronto. Ma con il passaggio a pro e conoscendo tutti i compagni, che sono un supporto, e avendo la possibilità di allenarmi con loro, sono più tranquillo.
Sei il più giovane italiano del gruppo, è motivo d’orgoglio per te?
Sì, mi sprona a dare il massimo.
Conosci già il tuo programma stagionale?
Dopo domenica sarò a casa una settimana e poi farò due corse in Belgio, poi per il resto non lo so ancora.
Quali corse pensi possano essere più adatte alle tue caratteristiche?
Bella domanda (ride – ndr). Penso che il primo anno sia un po’ di ambientamento e per prendere i ritmi, poi se viene qualcosa in più è sempre meglio.
Come mai hai scelto Bardiani per il tuo passaggio al professionismo?
Roberto e Bruno Reverberi hanno fatto questa proposta ai miei procuratori, i Carrera, e quando siamo andati a firmare abbiamo scelto un programma di crescita tranquillo. Ho firmato per 3 anni, il primo di ambientamento e poi via a menare, anche se già quest’anno io cerco di dare tutto.
Quest’anno ti poni più come obiettivo di crescere e lavorare al servizio alla squadra o ti piacerebbe già cercare qualche fuga, qualche azione?
Già mi hanno dato la possibilità di fare due volate, ma purtroppo non sono andate a buon fine perché per guasti meccanici dei miei compagni sono rimasto un po’ attardato, però mi danno possibilità, non è che mi han fatto passare e poi mi hanno lasciato lì in disparte.
A che età hai iniziato e come mai questa passione?
A 7-8 anni. Tutto è cominciato perché mia cugina correva in bici, poi lei ha smesso, ma prima che smettesse mi ha portato verso la bicicletta, e da lì è iniziato un po’ il tutto.
Sei bresciano come Colbrelli, hai avuto modo di conoscerlo? Può essere un punto di riferimento?
Personalmente no, non ho ancora avuto modo, perché io abito sul lago d’Iseo, mentre lui su quello di Garda, quindi non ci siamo ancora incontrati. Per caratteristiche però può essere un riferimento, perché da juniores abbiamo fatto la stessa squadra, poi da dilettante ha fatto altre squadre, ma poi anche lui è passato professionista con Bardiani, quindi sembra un po’ una storia che si ripete.
Qual è la tua corsa preferita che ti piacerebbe vincere?
Per adesso la Milano-Sanremo, poi mi voglio scoprire.
Com’è stato passare pro in questa annata particolare per il coronavirus? Ti dispiace per il modo in cui si vive il rapporto con la squadra e con il pubblico o pensi che questo posso aiutare a fare le cose poco alla volta e non partire subito a mille?
Senza pubblico si respira meno pressione secondo me e poi all’interno della squadra, anche con i ritiri, non puoi conoscere tutti i compagni. Oppure puoi, ma devi fare la bolla. Solo la settimana scorsa ho avuto modo di conoscerli tutti.
Qualcuno con cui hai legato particolarmente della Bardiani, che magari ti ha dato qualche consiglio?
Il mio ‘maestro’ da quando son passato pro è Alessandro Tonelli, perché abitiamo vicini, quindi mi sono trovato da subito con lui e poi anche Andrea Garosio, che comunque bene o male ci alleniamo sempre assieme”
Chi era il tuo idolo quando hai iniziato?
All’inizio più di tutti Sagan, poi crescendo e capendo le mie caratteristiche mi ispiravo un po’ di più a Sonny Colbrelli.
Avrai la possibilità di correre anche con loro, com’è la sensazione?
Un po’ di paura a correre con loro con c’è, perché se non hai paura non sei umano secondo me. Però trovarsi vicino in gara a questi campioni che vedevi in tv sul divano è tutt’altra sensazione.
C’è un messaggio che vuoi lanciare ai tifosi?
Di non mollare in questo periodo buio e difficile per tutti, speriamo di rivederci presto sulle strade.
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